mercoledì 15 febbraio 2017

Massone non ti conosco, non so che fai, mi fai paura: di chi è la colpa?

Spesso mi sento fare questa domanda: ma in pratica la Massoneria che cos'è?
In genere cerco di rispondere partendo da lontano, molto lontano, in modo da far capire che non è un fenomeno di costume, una setta o quant'altro vaga nell'immaginario collettivo.
Cerco di spiegare che si tratta di una Istituzione che ha come scopo principale quello di aiutare il genere umano ad elevarsi nel rispetto reciproco. Che non si tratta di gruppi dediti a riti satanici od orge sfrenate che, in fondo, è un buon metodo per migliore sé stessi e di conseguenza gli altri.

Sempre in genere mi sento obiettare che però quello che "si dice" non è questo, quello che si dice è che i Massoni sono persone che vogliono controllare il mondo, che stanno al potere e che si muovono nell'ombra perché fanno cose poco chiare, se non addirittura poco pulite.

Prendo fiato e con calma espongo la mia tesi: prima cosa per essere accettati in Massoneria bisogna presentare la fedina penale che deve essere, ovviamente, pulita; che si lavora nell'ombra solo ed esclusivamente per ciò che riguarda i riti e i lavori di loggia; che per intrinseche sue dinamiche il massone non può che essere una persona di sani principi e di conseguenza onesta.
Però, purtroppo, nella maggioranza dei casi non ce la faccio a convincere il mio interlocutore.
Rimane nel suo animo quella sensazione di disagio nei confronti della Massoneria e nei miei come massone.

Ma la colpa di tutto ciò di chi è?
Del profano che non capisce? Non credo. Quando parlo ai miei allievi (Arti Marziali) dico sempre loro: se Tu sei una cintura nera e un compagno con una cintura inferiore Ti invita a combattere, non puoi pretendere che sia lui ad elevare le sue conoscenze alle tue, sarai Tu che dovrai abbassarti a combattere utilizzando solo le tecniche che anche lui conosce.
Se un profano ci fa una domanda sulla Massoneria siamo noi che dobbiamo cercare di farci capire e far comprendere ciò che facciamo. Sinceramente mi sembra lapalissiana la faccenda, quindi se ci vedono come "inciuciatori incappucciati" la colpa è solo nostra, della comunicazione che utilizziamo e che è stata sin qui utilizzata.
In una società come quella attuale, dove il comunicare diventa colonna portante dell'essere, credo che debbano cambiare le metodologie di comunicazione nei confronti del mondo profano ma non solo, si deve arrivare a essere specchiati, lindi e trasparenti.
Lavoriamo in loggia con le nostre regole e i nostri riti, ma usciamo allo scoperto e spargiamo a piene mani i semi di conoscenza che portiamo nei nostri cuori, con semplicità e pacatezza, accettando le critiche ma smentendole con i fatti.

Come sempre sono solo mie opinioni... ora aspetto le vostre.

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