martedì 21 febbraio 2017

Garibaldi il Massone: eroe o assassino?

Ancora mi devo chiarire le idee sulla figura di Giuseppe Garibaldi. Per molti eroe e padre fondatore della patria, per altri assassino e macellaio di civili. A ben guardare la sua epopea mal viene insegnata nelle scuole o, addirittura non viene proprio presa in considerazione. I miei ricordi, fino a poco tempo fa, risalivano agli studi fatti negli anni 70 quando frequentavo le medie e qualche rimando alla fine degli anni 60 nelle scuole elementari.

Il Giuseppe nazionale veniva associato ai sabaudi come mero mercenario capace e obbediente. Sul fatto che fosse massone, ovviamente, si sorvolava bellamente, anche sul fatto che i suoi eserciti erano composti da volontari avvicinatisi a lui per via degli ideali che perseguiva.

Che la Massoneria italiana, e non solo, fu una delle primarie forze che spinsero verso l'unità è fatto assodato, infatti parecchie logge portano il suo nome a ricordo; che ancora oggi c'è chi si riunisce sotto la sua egida, vedi l'ANVRG presieduta dalla squisita Annita Garibaldi Jallet, che ho avuto l'onore di conoscere personalmente, è anche questo un fatto assodato.

Che non sia stato al soldo dei piemontesi (per lo meno non come lo insegnano nelle scuole), lo ammetto, l'ho scoperto da poco. Ho scoperto la figura di un uomo capace di raccogliere intorno a sé una moltitudine di sentimenti, di anime pronte a morire per un ideale, un fine stratega che ebbe persino un abboccamento da parte di Lincoln durante la guerra contro i confederati del sud, un uomo che per accettare voleva una presa di posizione pubblica da parte dello stesso Lincoln sulla soppressione immediata della schiavitù in caso di vittoria. Cosa che il Presidente non fece e di conseguenza Garibaldi non accettò.

Mi domando come quest'uomo può essersi reso responsabile di quegli efferati crimini che la storia della guerra contro il Regno delle due Sicilie riporta.

Il famoso sbarco dei mille a Marsala, che per la storia ufficiale è stata una tappa importante per l'unificazione della nostra Patria, per molti uomini e donne del posto fu una carneficina incompresa, se mai tali atti si possano mai comprendere. Quando sento Fratelli e amici dichiarare che il Regno delle due Sicilie era all'epoca uno dei più ricchi di tutta Europa, che era all'avanguardia e immerso in una situazione culturale invidiata, che in Campania ci fu la prima ferrovia italiana, che il numero di università era il più alto in Europa e che, di contro, i Savoia erano sull'orlo di un baratro finanziario e un'invasione, travestita da annessione, avrebbe sanato le casse e ingrandito il regno... beh, qualche domanda me la faccio.

Che ruolo ebbe la Massoneria in questa "invasione"?
Se è vero che Garibaldi prendeva in esame solo interventi dove la popolazione fosse pronta a combattere, perché allora tutta quella violenza proprio contro la classe più debole?
Visto che in pratica il sud Italia da allora non si più risollevato, per lo meno non a quei livelli, a chi ha giovato lo sconvolgimento politico messo in atto?

Domande che attendono risposte...


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