lunedì 9 ottobre 2023

Il Come più che il Cosa

È un po' che non scrivo di Massoneria... oggi però voglio parlare di qualcosa che nelle Logge ho visto pochissimo:

IL COME.

Nel corso degli anni ho notatto che molti F:. e Sr:. sono più attenti o attente al Cosa piuttosto che al Come. Che cosa intendo dire?

Quando si dà Vita a un Rituale è bene concentrarsi sul Come lo si interpretata, piuttosta sul Cosa si sta interpretando. Il Cosa ormai è risaputo, per lo meno nei Gradi successivi al Primo. Sono proprio i Maestri e i Compagni che dovrebbero capire l'importanza del Come. Un Rituale, qualunque esso sia, non è una mera ripetizione di parole... la fonetica la si dovrebbe curare in maniera molto approfondita, perché è dalle vibrazioni delle parole pronunciate che dipende la buona riuscita di un Rituale, non da quello che di si legge... ma dal Come lo si legge.

La situazione alchemica che deve crearsi in un Tempio, l'Atanor dove tutto nasce, durante una Tornata... è un insieme di vibrazioni, energie sottili che si propagano attraverso il non visibile e il non spiegabile. Nei Rituali Massonici non va cercata la spiegazione etimologica delle parole, ma la loro capacità di toccare il nostro Essere.

Ecco che il Come diventa l'unica Via percorribile per una buona riuscita di un Rituale... quando Il Maestro delle Cerimonie alza il "bastone" verso l'alto e poi verso il basso, sta collegando l'Universo con la Loggia... chiama a sé le Forze della Natura che circoleranno, poi, tra i Liberi Muratori presenti alla Tornata... ecco, se questo gesto non viene non viene eseguito con il Cuore, ma solo imitando un mero movimento, ciò che verrà collegato non sarà puro... e probabilmente il Tempio si riempirà di immondizia.

Ed ecco che ancora il Come è importante, direi basilare, per una buona riuscita di un Rituale.

Lo stesso vale per il percorso inverso... dal basso all'alto... si rende ciò che si è ricevuto. Ma se il gesto è vacuo, pappagallesco, ripetitivo e non unico... rimandiamo nel cosmo la stessa immondizia che prima abbiamo fatto entrare nel Tempio.

Ogni sillaba, parola, frase di un Rituale ha un sigificato energetico vibrazionale, prima che etimologico e lessicale. I nostro Rituali, nel tempo, sono stati massacrati nella loro purezza iniziale... purezza iniziale che possiamo cercare di recuperare solo concentrandoci sul Come eseguiamo un Rituale, piuttosto sul Cosa stiamo eseguendo.

Le Parole Perdute non sono altro che i silenzi necessari per intuire ciò che i nostri predecessori ci hanno lasciato... un Profano potrà leggere mille volte un Rituale, ma non sarà mai in grado di captarne il significato, perché il significato non sta nelle parole.

Un TFA

Fabio Pedrazzi


domenica 23 gennaio 2022

IL CUSTODE DEL NUMERO SETTE

 Oggi vi presento il mio libro, appena pubblicato... è il seguito de La filosofia dell'Alchimista.

Questo è il linkper l'acquisto: https://www.amazon.it/dp/B09PKVSSTN

E questo è l'incipit del volume... buona lettura.

Incipit

Sopra la Cattedrale una nuvola nera addensava oscuri presagi. Il Rosone emanava i suoi raggi invisibili.
L’Ara si era trasformata in Altare e la vittima scarificale giaceva prona sul pavimento. Le braccia sotto la testa e l’anima legata con un filo d’oro.
Dal portone centrale entrò un uomo. La sua larga casacca era bianca, con una grande croce rossa che ondeggiava al ritmo dei sette respiri. Il centro della croce era posizionato sul centro dell’uomo.
Le colonne della Cattedrale erano alte, di pietra morbida, sì che l’Illuminato potesse indurirle tramite i Lavori notturni.

I passi dell’uomo risuonarono tra le navate, tre, una centrale e due laterali.
Sul pavimento, tra i mosaici, uno prese il suo sguardo: il Tre volte eccelso, colui che era e sarà, il Maestro dei Maestri.
Passò di lato per non profanare l’effige e alzò lo sguardo.
Un cielo stellato chiudeva lo Spazio del Bianco e del Nero, il Libro Sacro era aperto sull’altare, rivolto a Est.

Guardò la donna sdraiata sul pavimento.

«Cosa fai qui?»
«Aspetto»

L’uomo con la casacca e il mantello bianco, soppesò le parole.

«È inutile, non verrà»
«Come sai che sto aspettando qualcuno? E soprattutto come sai che non verrà?»
«Ho camminato a fianco del Tre volte eccelso senza posare il mio piede sull’effige»
«Lui ha tracciato intorno all’uomo e alla donna i disegni sacri… verrà»
«Non verrà»
«Perché ne sei così sicuro?»
«Perché io sono il custode»

La donna si alzò da terra. Si aggiustò la veste e sistemò i capelli. I suoi occhi, verdi come la Tavola, s’illuminarono.

«Se tu sei il custode allora hai la risposta»
«No… io la custodisco, la tengo nel Buio per far sì che la Luce dell’ignoranza non la trovi»
«Seguimi»
«Dove?»
«Nel mondo del non-mondo, dove le tenebre sono lucenti e la luce è senza luce, nell’antro dell’alchimista Hermes, colui che ha catturato il drago e ha trasmutato il piombo in oro e sé stesso in Acqua… ti voglio portare a Oriente, dove il Sole è il padre e la Luna la Madre, ti voglio portare dove potrai riposarti e consegnare a Gaia la Risposta… il Segreto»
L’uomo e la donna si avviarono verso la Grande Porta.
Il loro cammino era iniziato.


domenica 5 dicembre 2021

Tornare alle Locande?

Tornare alle locande?

Forse... ovviamente è un mio personalissimo pensiero, però è un po' di tempo che mi gira nel cuore. Tornare alla costruzione del Tempio in modo silente e sommerso, abbandonando orpelli colorati e grembiuli roboanti. Rimettere al centro il percorso invece dell'arrivo... ricordansosi che a volte, il melograno va aperto e i chicchi/semi vanno dispersi nel mondo, in modo che, pian piano, possano rinascere nuove piantine.

Ecco perché sono convinto che Hermes l'alchimista farà un viaggio a ritroso nello spazio-tempo dell'atanor. L'oca uscirà dalla bottiglia e Oriente e Occidente si uniranno in un cerchio sottile, fatto del vuoto cosmico che riporterà il pendolo al suo movimento essenziale...

La visuale da Zenit e Nadir è abbastanza sconsolante: un guscio vuoto con la polpa marcia... e il trinomio si è rotto... disperso nel mare della pochezza e dell'ignominia. Ma Hermes si trasforma, diventa acqua e fuoco, terra e vento... e come il vento si nasconde tra le fronde del sapere e della conoscenza, rimanendo silente e immobile muovendosi veloce tra i piani sottili del non-essere.

Torna a Tebe e alla vecchia Scuola, dove il segno era il verbo e il verbo era il silenzio e nel silenzio la Locanda si riempie nuovamente del nulla cosmico, unico elemento per il raggiungimento della pietra filosofale. Formule, Rituali e Riti, si mescolano come il vino nell'acqua, perdendo freschezza e sapore, creando una nuova materia... fatta di tutto e niente.

Perdendo la vibrazione si sono perse le Parole, appesantendo il segno si è perso il simbolo. L'Hiram operativo è stato ucciso, era stato predetto... l'acacia non è stata trovata e al suo posto ne è stata piantata un'altra, simile ma non uguale. 

Tutto è stato rifatto, il falso ha soppiantato il vero e la piramide non si è rovesciata... il Tempo si è fermato sui quadranti e lo Spazio si è dilatato nelle anime perse dell'ego narcisista. Non resta che abbandonare a sé stesso il guscio vuoto che naviga senza meta nel fiume della Via.

Forse... ma è un mio personalissimo pensiero, tornare alle Locande non poi così sbagliato.

Fabio Pedrazzi

martedì 14 settembre 2021

IL GIURAMENTO

Il Giuramento massonico, un atto che viene quasi costantemente vissuto come una sequenza di parole lette o ripetute... perché così si fa.

Sono anni che assisto a iniziazioni e sono anni che vedo giurare in modo leggero e senza capire cosa si sta facendo. Un Giuramento iniziatico, come tutta la Via, lavora anche se chi la intraprende o chi giura, non è consapevole di quello che fa. Ciò è normale, nessuno inizialmente può raggiungere una consapevolezza tale da capire fino in fondo il significato di quelle frasi, ma ciò non toglie che è forse l'atto più sacro del percorso massonico.

Venir meno al Giuramento iniziatico significa perdere lo scudo protettivo che esso rappresenta verso sé stessi.  La Via è un percorso personale e la Massoneria è un metodo per percorrerla. Ma come tutte le Vie il Conosci te stesso è alla base della costruzione che siamo invitati a portare a termine, cercando di capire che il risultato finale non è la piramide ma il fatto di averla costruita.

Perché parlo di scudo protettivo? 

Al di là del sistema allegorico utilizzato nella costruzione del Giuramento, ormai diverso tra le varie Obbedienze, c'è un aspetto che vedo non essere capito dai più: il Giuramento crea e il Giuramento distrugge.

Non è il M.·. V.·. che "crea" il Massone... è il Giuramento, un giuramento fatto principalmente verso sé stessi, venir meno all'impegno preso significa venir meno a sé stessi... e ciò provocherà tutta una serie di concatenazioni negative che lo spergiuro, come viene chiamato in gergo massonico, attirerà sudi  sé, senza nemmeno rendersene conto. L'iniziato privo dello scudo del giuramento è un essere fragile, perché a differenza del profano, che è rimasto sempre privo della Vista, l'iniziato ne è invece provvisto e l'acqua amara da lui solo assaggiata, si trasformerà in quotidiana pesantezza.

L'aspetto dell'autodistruzione per chi viene meno al Giuramento, è ben presente nel Rituale di Primo Grado. Il C.·. sul cuore, per esempio, è una di quelle situazioni dove la simbologia non è così ermetica. Ma tutto il Giuramento è permeato da questo concetto, fino a diventare truculento, allegoricamente parlando... ma ciò non toglie la sua sacralità.

Quindi, esorto chiunque sia sulla Via, a guardarsi dentro per cercare di capire se sta seguendo ed eseguendo ciò che ha giurato.

A me è servito.


Fabio Pedrazzi


venerdì 14 maggio 2021

La Massoneria, fuori e dentro il Temp(i)o

Ho giocato sulla parola Temp(i)o perché credo che in fondo si tratta dello stesso fenomeno. Il Tempio fisico del Massone praticante, si pone nel sistema spazio-temporale di colui il quale mette in atto il vibrato dei rituali, dove per rituale intendo quell'insieme di concetti, aromi e frequenze che compongono il "segreto".

Operare nel Tempio fisico comunemente accettato, sotto la volta celeste ricostruita fuori dal tempo-spazio, fa parte di ciò che i massoni chiamano: tradizione. Con essa, tutto ciò che concerne il visibile e il tangibile, una liquefazione continua, in cui, simboli, simbologia e conoscenze esoteriche, si spargono al vento come piume di un'oca malvagia e ignorante.

 Esiste una Massoneria visibile e una Massoneria invisibile, così come esistono massoni che in essa vivono e massoni che in essa scompaiono. 

Esiste poi: LA MASSONERIA. 

Essa è stata, è e sarà, a prescindere dai massoni. Può assumere forma splendente o buio totale. Diventare visibile o rimanere in uno oscuro forziere in attesa che qualche massone la trovi. Il Gufo minerviano non tutti sono in grado di capirlo, non tutti avranno il privilegio di leggere le zone bianche del libro dei segreti... non tutti faranno i viaggi che portano alla rinascita di Hiram. La Massoneria vivrà comunque, perché è fuori e dentro il Tempo.

Il Tempio si è fatto erigere in forma fisica per darci traccia della Via da seguire, per dirci che siamo ciechi e che quindi, qualunque Luce ci venga data non ci servirà a nulla... se non diventeremo noi stessi la nostra cecità. La volta celeste ricostruita fuori dal sistema tempo-spazio è un altro simbolo fisico che tiene il massone ancorato a un sogno, un sentire e un vibrare che va oltre la sua compensione.

Il fatto che LA MASSONERIA è stata, è e sarà, a prescindere da i massoni... la rende parte integrande dell'Universo, unico non-luogo che il massone dovrebbe frequentare... il Tempio è un portale quantico che gli permette, se compreso, di entrare nei "segreti" di quella conoscenza che porterà il Massone al: Conosci te stesso. Primo passo verso la consapevolezza di Tebe.

Un abbraccio

Fabio Pedrazzi



venerdì 12 marzo 2021

INCIPIT del libro: IL CUSTODE DEL NUMERO SETTE

Oggi vi posto l'incipit del mio ultimo libro (seguito de: La filosofia dell'alchimista) che sto scrivendo...

Incipit

Sopra la Cattedrale una nuvola nera addensava oscuri presagi. Il Rosone emanava i suoi raggi invisibili. L’Ara si era trasformata in Altare e la vittima scarificale giaceva prona sul pavimento. Le braccia sotto la testa e l’anima legata con un filo d’oro.

Dal portone centrale entrò un uomo. La sua larga casacca era bianca, con una grande croce rossa che ondeggiava al ritmo dei sette respiri. Il centro della croce era posizionato sul centro dell’uomo.

Le colonne della Cattedrale erano alte, di pietra morbida, sì che l’Illuminato potesse indurirle tramite i Lavori notturni. 

I passi dell’uomo risuonarono tra le navate, tre, una centrale e due laterali. Sul pavimento, tra i mosaici uno prese il suo sguardo: il Tre volte eccelso, colui che era e sarà, il Maestro dei Maestri.

Passò di lato per non profanare l’effige e alzò lo sguardo.

Un cielo stellato chiudeva lo Spazio del Bianco e del Nero, il Libro Sacro era aperto sull’altare, rivolto a Est.

Guardò la donna sdraiata sul pavimento.

«Cosa fai qui?»

«Aspetto»

L’uomo con la casacca e il mantello bianco, soppesò le parole.

«È inutile, non verrà»

«Come sai che sto aspettando qualcuno? E soprattutto come sai che non verrà?»

«Ho camminato a fianco del Tre volte eccelso senza posare il mio piede sull’effige»

«Lui ha tracciato intorno all’uomo e alla donna i disegni sacri… verrà»

«Non verrà»

«Perché ne sei così sicuro?»

«Perché io sono il custode»

La donna si alzò da terra. Si aggiustò la veste e sistemò i capelli. I suoi occhi, verdi come la Tavola s’illuminarono.

«Se tu sei il custode allora hai la risposta»

«No… io la custodisco, la tengo nel Buio per far sì che la Luce dell’ignoranza non la trovi»

«Seguimi»

«Dove?»

«Nel mondo del non-mondo, dove le tenebre sono lucenti e la luce è senza luce, nell’antro dell’alchimista Hermes, colui che ha catturato il drago e ha trasmutato il piombo in oro e sé stesso in Acqua… ti voglio portare a Oriente, dove il Sole è il padre e la Luna la Madre, ti voglio portare dove potrai riposarti e consegnare a Gaia la Risposta… il Segreto»

L’uomo e la donna si avviarono verso la Grande Porta. Il loro cammino era iniziato.

 

Fabio Pedrazzi

 

venerdì 4 dicembre 2020

IL RITO FRANCESE - Il nuovo libro di Francesco Guida

Oggi vi presento un libro davvero interessante: Il Rito Francese di Francesco Guida 

Ve lo consiglio, la prefazione è di Luigi Pruneti.

 

Questo libro vuole essere un tentativo di risposta, o quantomeno l'avvio di una riflessione che riguarda tutti, massoni e non massoni, sul futuro di una agenzia etica, con cui, piaccia o meno, bisogna confrontarsi, e il cui esito non potrà che essere la costruzione di nuovi orizzonti oppure l'estinzione totale.