sabato 27 aprile 2019

INCONTRI... uno strano libro


Quando ho letto quest’opera di Lucia mi sono reso conto di chi è: un’anima antica che si sta riprendendo la propria consapevolezza. Un raro caso di auto-iniziata.
Nelle sue visioni ripercorre rituali ormai perduti, racconta di Tornate alle quali in questa vita non ha mai partecipato essendo una profana.

In questi Incontri c’è tutta la Forza della Tradizione iniziatica non ancora rivelata.
Questo libro è una sorta di lasciapassare verso il Mondo di Mezzo, quella zona di spazio-tempo che solo alcuni dei Maestri riescono ad esplorare con consapevolezza.
Lucia La Macchia lo fa in maniera spontanea, quasi scusandosi di entrare in un piano sottile senza averne le dovute conoscenze.

Ma non è proprio così, nel suo caso le conoscenze ci sono… è che ancora non lo sa.
Ancora sta cercando la porta quantica per riuscire a navigare nel campo astrale conoscendo la rotta per tornare a casa, tra le Colonne protettrici. 
Quelle stesse Colonne che sorreggono il suo “sentire”.
La morte che affronta nello scrivere non è la morte biologica, bensì una sorta di attaccamento alle vite passate che Lucia si porta dentro. 

Quest’opera non è per tutti, solo anime pure riusciranno a comprendere la delicatezza energetica che sprigiona. Solo chi è stato iniziato, e ne ha la consapevolezza, riuscirà ad attingere a questa inconsapevole “Desiderata”.
Inconsapevole come lo è un fiore che non sa di essere un fiore: è e basta, emana profumo perché fa parte della sua natura farlo. Questo è INCONTRI: un profumo emanato dall’anima di un essere che arriva da piani diversi da quelli che siamo abituati a frequentare. 


Fabio Pedrazzi

sabato 20 aprile 2019

IL COPRITORE INTERNO: un ruolo sottovalutato

Il ruolo del Copritore interno, a volte, viene sottovalutato. In genere lo si assegna ai nuovi Maestri se non addirittura a qualche Compagno. Nulla di disdicevole, anche perché molte volte non ci sono i numeri o i Maestri di ruolo per poterlo rappresentare.
Ma questo incarico è più delicato di quello che si potrebbe pensare.

Cominciamo col dire che andrebbe assegnato a qualcuno in grado, con uno sguardo, di capire chi si trova davanti alla porta, in caso di vista da parte di Fr:. o Sr:. di altre Logge: paramenti, gioielli, insegne ecc... un Ex M:.V:. sarebbe la scelta migliore.

Insomma qualcuno che abbia l'esperienza necessaria per stare all'ingresso per difendere i Fr:. e le Sr:. che stanno all'interno del Tempio.

A lui è affidata la sicurezza durante i lavori. Proprio per questo motivo è l'unico che impugna la Spada con la mano destra (e non con la sinistra come molte volte si vede fare), ed è anche l'unico a cui è permesso stare all'ordine con la sinistra.
La stessa Spada viene tenuta sempre con la punta verso l'alto, pronta all'uso.
E' sempre lui che dialoga con il Terribile durante l'iniziazione di primo grado quando il bussante viene presentato per la prima volta.  Ed è sempre il Copritore interno che sorveglia i Fr:. e le Sr:. durante la Catena d'Unione, alla quale non partecipa.

Durante l'ingresso al Tempio, è l'ultimo che entra ed è il primo che esce a Lavori ultimati.
Insomma, un ruolo molto importante per far si che i Lavori di Loggia si possano svolgere in maniera Giusta e Perfetta.

Fabio Pedrazzi


venerdì 12 aprile 2019

LE LUCI SUGLI SCRANNI

Visti, e vissuti, diversi Rituali, con diverse modalità di accensione delle luci sugli scranni del M:.V:., del 1° Sorv:. e del 2° Sorv:. mi sorge spontanea una domanda: ma prima dell'arrivo della corrente elettrica quando venivano accese codeste Luci?
Oggi, in genere vengono accese dal M:.d:.C:. oppure viene dato il candelino al tenutario dello scranno che le accende da sé.

C'è chi le accende prima dell'accensione delle 3 Luci vere e prorie, c'è chi le accende dopo e c'è chi le ha con delle lampadine al posto del Fuoco.

Torniamo alla domanda iniziale:
quando vanno accese le Luci sugli scranni?
Ora non scapicollatevi a dire: il Rituale dice così, no il mio è quello giusto si fa cosà.

Come detto sopra ci sono varie interpretazioni, ma se vogliamo cercare una logica, a mio avviso, dobbiamo andare indietro nel tempo e immaginiamo una Tornata in un periodo dove ancora non c'era l'uso della corrente elettrica.
Proviamoci.
Il Tempio è al buio, fuori, nella Sala Passi Perduti il M:.V:. da la luce al M:.d:.C:. tramite l'accensione di uno stoppino (o candelino). Il Cerimoniere è l'unico che conosce la strada nel buio, e gli basta il lumicino dello stoppino per raggiungere lo scranno del M:.V:. dove c'è il Testimone.
Lo accende.
Il Tempio è ancora al buio... spegne il candelino e lo riaccende con la Luce Sacra del Testimone, ora accende le tre Stelle (candele) poste sullo scranno del M:.V:., poi le 2 del 1° Sorv:. e infine quella del 2° Sorv:. .
Ora il Tempio ha un'illuminazione sufficiente per poter far entrare i Fr: e le Sr:. in sicurezza.

Tutto esattemente al contrario durante la chiusura dei lavori... ciò che sta sopra sta sotto, ciò che utilizzo rimetto a posto.
Questa credo sia la procedura per l'accensione delle luci sugli scranni. Ha una logica e una sacralità.
Ha una logica perché in mancanza di luce elettrica bisognava per forza illuminare, almeno in parte, il Tempio. Una sacralità per via che le luci vengono attivate a partire dallo stoppino acceso dal M:.V:. .
C'è anche un aspetto allegorico: il Tempio buio che si illumina man mano che i Massoni operano al suo interno. Il M:.d:.C:. che entra nell'antro scuro e pian piano elimina il buio dando vita alle Luci.

In alcuni antichi rituali, parlo dei primi dell'800 viene descritta proprio questa procedura (non è mia invenzione), attualmente si fa in maniera diversa.
Personalmente nella mia Loggia utilizzo questo metodo. E voi?

Fabio Pedrazzi