domenica 24 marzo 2019

L'APPARIRE ALCHEMICO DEL MASSONE

Essere o apparire? Per sua natura il Massone vive nell'Essere. Vive nell'Essere perché ha scelto di avviarsi su una Via Iniziatica che, come tutte le Vie Iniziatiche, portano inesorbilmente verso il centro del Tuo Essere: conosci te stesso!
Il Massone però ha anche una crosta alchemica che lo porta ad apparire. Lo porta a vestirsi di grembiuli, fasce, spille medagliette a cotillons (non nel senso di gonnella francese ma di ammenicoli massonici sufficientemente inutili).

Chiariamo: non che sia riproveveole esporre i propri paramenti, la cosa importante e sapere perché lo si fa.
Soprattutto rendersi conto che sono una sorta di "scudo" verso ciò che "sta dentro".

Ecco, qui nasce il problema: e se dentro non c'è niente? Se l'espositore di grembiuli è un Massone che si è fermato al mero apparire senza renderlo alchemico paravento dell'Essere?
In questo caso, quando c'è assoluta mancanza di consapevolezza vedremo dei grembiuli muoversi all'interno del Tempio in maniera asincrona e cacofonica, a volte balbuziente. Quando il Massone è vuoto restano a sorreggerlo i corpi callosi della profanità, vestita da Massone ma sempre profanità resta.

Ci sono momenti nella vita di ogni Libero Muratore in cui è necessario, quasi un dovere, fermarsi e guardarsi nello specchio magico.
Uno specchio fatto di tegole che fin dal Grado di Apprendista stiamo levigando per cercare di farlo riflettere. Lo lucidiamo con cura maniacale, lo lisciamo, lo scaldiamo al fuoco delle lusinghe e lo riponiamo accuratamente sotto il manto del grembiule.
Ma quello specchio, che possiamo anche chiamare EGO, non rifletterà mai nulla, perché nulla c'è da riflettere. Il Massone è tenuto a sapere che le tegole non rimandano immagini ma coprono la testa.
Il Massone, con la M maiuscola è obbligato, per una sorta di decenza etica, a conoscere i propri limiti, accettarli e farne vanto.
Un tacchino se fa il tacchino sarà nel pieno del suo spirito naturale... un tacchino che si mette a declamare il Wirth sarà solo un tacchino patetico e un po' fastidioso.

Fabio Pedrazzi

martedì 5 marzo 2019

LE PAROLE SONO PERDUTE... o no?

Morto Hiram, ucciso dai cattivi Compagni, le parole sono andate perdute. Oggi i cattivi Compagni stanno sugli scranni più alti, oltre che diffusi tra le Colonne, e le parole sono sempre più perdute.
Chi le cerca tra i grandi numeri troverà solo una grotta vuota e delle teste sulle picche.
Hiram ancora non è stato trovato mentre il suo corpo ha generato l'Acacia dalla cui cima il Gallo canta verso Oriente.

Sempre di più si affonda il dardo della conoscenza verso il centro della Parola. Verso quel significato recondito che si porta nel DNA... la parola non il Gallo.
Il Gallo il suo segno lo ha dato, ci ha indicato la Via cantando verso Oriente.
Lo fa ogni volta che un bussante viene introdotto nel Gabinetto di riflessione: lì stanno i segreti. Pochi se ne sono resi conto, ma l'indicazione è data, è svelata a chi ha orecchie per sentire.

Volutamente non ho detto occhi per vedere, o per leggere.
Quelli li hanno tutti. Tutti leggono il Rituale pochi lo ascoltano. Estremamente pochi lo "sentono".
L'Energia che si sprigiona durante una Tornata non ha parole, ma sono le parole che la generano.
Sono le parole declamate, non quelle scritte. Sono le vibrazioni che formano una porta quantica che permette al Massone di spostarsi sui piani sottili della trascendenza.
L'Energia Oro che cala dall'Alto viene dosata dal M:.d:.C:. che la distribuisce equamente tra i partecipanti. Ecco che le Parole sono ritrovate, ma non cercatele sul libretto del Rituale, non sono lì, non sono quelle. Quelle sono solo uno spartito indicativo che va poi attivato e soprattutto interpretato.

Quando venne deto che: le Parole sono perdute, in effetti venne detta una mezza verita. Sono i suoni che sono perduti e non le Parole.
Non per nulla le antiche popolazioni si tramandavano oralmente i loro segreti. Non per nulla ci sono i Canti di guarigione... 
Un geroglifico lo possiamo anche "interpretare"... ma il suo suono? La sua vibrazione? La sua Energia?
Questo è andato perduto... molto di più delle Parole.
Ecco perché dobbiamo sforzarci di far rivivere i suoni (vibrazioni) più che il mero significato delle Parole. Cerchiamo invece di diventare consapevoli di ciò che facciamo durante il Rituale, dei gesti, dei movimenti, di come viene vissuto.

Le Parole sono andate perdute e con esse le vibrazioni... ma lavorando sulla Via abbiamo la possibilità di ritrovarle, di riviverle e di farle vibrare ad ogni Tornata.
Buon lavoro a tutti. Un TFA.

Fabio Pedrazzi

venerdì 1 marzo 2019

ENERGIA: QUESTA SCONOSCIUTA

Prendo spunto da un convegno che si terrà il 23 marzo a Roma, presso il centro Cecilia Metella. In quell'occasione verranno esposte alcune tecniche che fanno parte del bagaglio delle "Energie sottili". Di ciò si occuperà il M° Fernando Lezzi... io tratterò la tematica seguente: ma cosa succede a livello energetico durante una Tornata massonica?

Già, cosa succede? Per prima cosa bisogna dire che sarebbe auspicabile che tutti i Fr:. e le Sr:. presenti in Tornata sappiano cosa stanno facendo. E non è una cosa scontata.
Prima di cominciare l'attivazione del Rituale c'è un'operazione che non sempre viene effettuata: la sacralizzazione dello Spazio. C'è chi confonde il Tempio con lo Spazio Sacro dove si andrà ad operare. Non è così.
L'unico gesto con una valenza sacrale e fortmente energetico è proprio la sacralizzazione dello spazio.

Attraverso gesti, parole, suoni e profumi si va a delimitare una sorta di bolla energetica in cui si andrà ad attivare il Rituale, quale esso sia. Questa operazione serve a "contenere" la Forza che si attiverà in seguito. Ovviamente a fine Tornata va desacralizzato lo stesso spazio.
Quindi se vi dicono: a noi non serve sacralizzare il Tempio perché lo usiamo solo noi... ci sono problemi di consapevolezza in agguato. Oltretutto il Tempio è un contenitore addobbato a festa da forme di ego quasi smisurate.
Ci sono simboli, scritte, attrezzi e libri... tutto bellissimo e affascinante... ma senza la consapevolezza di ciò che racchiudono intrinsecamente quei simboli rimane uno sterile albero di Natale.

Ma torniamo alla nostra Energia durante una Tornata. Il Rituale è lo spartito, i Massoni presenti sono i Maestri d'Orchestra, per far sì che tutto sia giusto e perfetto ognuno deve rappresentare al meglio il proprio ruolo. Declamando le parole del Rituale si emettono vibrazioni e sono proprio quelle che vanno a dare vita alla Tornata. Non le parole ma il vibrato quantico che le parole interpretate rilasciano nel cosmo. Quindi le fasi sono principalmente quattro (come gli elementi): Sacralizzazione dello Spazio, che non deve per forza essere un Tempio, può essere una stanza d'albergo, un tavolo o un prato... collegamento tramite il M:.d:.C:. tra sopra e sotto e attivazione del quadro di Loggia... terza fase il Rituale vero e proprio, tutto il vibrato quantico che si forma nel declamarlo. Quarta e ultima fase: la desacralizzazione o disattivazione.

Queste sono le condizioni necessarie, a livello energetico, per cui una Tornata porterà beneficio a tutti i presenti. L'Energia che scorrerà sarà più o meno "pulita" a secondo la consapevolezza messa in campo dai partecipanti. Se ben condotta, una Tornata diventa una porta Spazio-Temporale utilizzabile per spostarsi su quei piani sottili di cui parlerà il M° Lezzi.
Ecco perché è importante sapere di cosa parliamo quando pronunciamo il termine: Energia.

Ovviamente diventa altresì importante capire cosa stiamo facendo durante un Rituale... ma qui andiamo un po' più sul difficile. Per ora accontentiamoci di capire, e sentire, che cos'è l'Energia.

Fabio Pedrazzi