venerdì 31 agosto 2018

La PORTA ALCHEMICA di RIVODUTRI (Rieti)


Chiedo scusa in anticipo se l'articolo risulterà un poco ostico ai più, ma dato l'argomento non posso né banalizzare e né rendere pubbliche informazioni che pubbliche non devono essere.
Parlare di Porta Alchemica significa spostare il discorso su di un piano (sottile) differente da quello su cui siamo abituati a poggiare il peso della nostra Materia. Significa aprire il compasso e farlo ruotare attorno alla stella a 5 punte e spostarsi di almeno un centinaio di Hz sopra la quota che si utilizza per stabilizzare la frequenza umana.

Detto ciò vediamo dove apre "questa" porta che, come tutte le opere alchemiche, è ben custodita da simboli, scritte e vibrazioni.

Il visitatore profano si ferma sul tentativo di lettura e decodifica della simbologia raffigurata. Ogni figura ha un significato, ogni parola, ogni fregio, tutto ciò che è raffigurato porta ad un significato celato ai più.
Questo è il compito alchemico del simbolo: spostare l'attenzione e, nello stesso tempo creare un'armonia generale che si attiverà solo quando chi guarda sarà in grado di farlo nel suo insieme: quando il tutto ritorna UNO.
A quel punto "entrando" nella Porta e posizionando le nostre nude estremità nei punti giusti (uomo vitruviano) si verrà a conoscerne il suo segreto, sarà svelato ma rimarrà tanto delicato ed effimero da sparire al primo pensiero.

La porta ha in sé le "istruzioni per l'uso", le porge in bella vista al visitatore consapevole ma nello stesso tempo le nasconde a chi le cerca.

In questa foto si vede Giano bifronte in una rappresentazione temporale, e lo pone proprio al centro dell'arco. Giano ha un significato ben preciso (ne ha diversi ma in questo caso è uno solo). Possiamo azzardare a dire che questa figura rappresenta le chiavi quantiche per accedere al "luogo" dove conduce questa Porta.
Ognuno andrà in un luogo diverso perché la reazione alchemica sarà diversa per ognuno di noi, in effetti dobbiamo dire che non si tratta di luoghi ma di tempo-spazio.

Entrando in sintonia con la Porta si avverte che opera anche da cleanergy, arriva a pulire fin nel profondo i nostri chakra, ravvivandoli e rinforzandoli. Si entra e si esce da essa nello stesso modo in cui si entra e si esce da un Tempio, ricordando sempre che ci si trova tra le Colonne e immersi in uno spazio-tempo che possiamo osservare fin dove il nostro Compasso può aprirsi, andare oltre significherebbe autodistruggersi.

La Porta Alchemica di Rivodutri è ancora perfettamente funzionante, l'ho constatato di persona, ancora vibra in un tutta la sua Forza, Bellezza e Sapienza. Se funziona in entrambe le direzioni lo scoprirò la prossima volta che ci andrò... tutto in una volta sarebbe stato troppo.


Fabio Pedrazzi

martedì 21 agosto 2018

NAPOLI: CAPPELLA SANSEVERO... UN VIAGGIO ALCHEMICO

Sono tornato da pochi giorni da Napoli dove ho visitato per la prima volta la Cappella Sansevero, fatta costruire da Raimondo di Sangro. Non mi soffermerò né sulla storia (la trovate abbondante sui motori di ricerca) né sulle descrizioni dettagliate di ciò che si trova all'interno di questo luogo "sacro".
Questo edificio è un concentrato di cultura massonica, dove i simboli prendono vita rimanendo del tutto inerti agli occhi dei profani ma soprattutto ai loro cuori.
Per l'iniziato invece parla, parla e racconta una storia meravigliosa, ne fa un racconto esoterico ed alchemico.

La maggior parte dei visitatori si sofferma davanti al Cristo velato, opera fantastica, perfetta tanto da catalizzare lo sguardo profano. Ecco la prima formula alchemica: tutti a guardare la tecnica, il risultato, il marmo che appare soffice come un letto di piume... tutti a guardae e pochi a vedere cosa si cela sotto il velo. Il Cristo direte... no, l'inizio.
Sotto quel velo di pietra si nasconde la morte prima della rinascita è, per così dire, il gabinetto di riflessione della Cappella. E' il luogo dove il bussante si sofferma a meditare ciò che sta facendo, è la squadra, la materia, la fisicità che si dovrà trasmutare in spiritualità durante il cammino.

Ci sono altre due statue che rappresentano gli altri due gradini massonici: Compagno d'Arte e Maestro.
Sempre rimanendo sulle figure marmoree posso dire che esplicitano, a chi può vedere e sentire, ciò la Massoneria rappresenta e opera. Vi è il dominio sui vizi e le pulsioni, il cuore inffiammato dall'amore, la cornucopia e tutta un'altra serie di simboli che solo chi è iniziato e ha fatto un certo tipo di percorso può afferrare.

Alzando un po' il livello ritengo che all'interno di questo quadrato lungo esistono diversi piani di comprensione. Piani sottili che permettono di vedere in maniera chiara la Via da percorrere.
C'è una visione parziale sui tre gradi: Apprendista, Compagno, Maestro... c'è una visione un po' più elevata dove si possono osservare le virtù necessarie per intraprendere il percorso di trasmutazione del piombo in oro e c'è una visone d'insieme dove tutto diventa vibrazione e i simboli cominciano a palesarsi e trasformarsi in musica.
All'interno della Cappella Sansevero di Napoli ci sono le colonne e la loro distruzione, c'è la morte, la rinascita e la libertà.
C'è un gioco di prestigio talmente bello da oscurare in maniera magistrale il vero messaggio.
Se vi capiterà di entrarci provate a vederla senza fermarvi alla crosta esterna della bellezza, cercate di assaporarne l'armonia che emana e, se riuscirete, cercate di entrarne a far parte, lasciatevi assorbire dalla spirale senza fine dei piani sottili e dalla forza della pietra filosofale.

Fabio Pedrazzi