domenica 19 maggio 2019

LA POSIZIONE DEL SECONDO SORVEGLIANTE

Quando entro in un Tempio e vedo il Secondo Sorvegliante posizionato di fronte al M:.V:. sulla stessa linea del Primo Sorvergliante, mi domando quale sia la logica di questa disposizione.
A volte la risposta è: il Tempio è stretto e non si passa. Vero... allora non fare un Tempio in quel luogo.

Il Secondo Sorvegliante è uno dei punti Cardinali del Tempio. E' posto di fronte alla Colonna degli apprendisti in modo da poterli controllare e guidarli sulla retta Via, dato che è l'unica parte del Tempio sempre al buio. Infatti da quel lato del Tempio non ci sono luci in quanto non ci devono essere scranni.
Nel Tempio, rappresentazione del Cosmo, ci devono essere due parallele che dividono in quattro settori lo spazio fisico della struttura Sacra.
Questi quattro settori indicano le quattro fasi del giorno. Dividono il Tempio come fosse il quadrante di un orologio e danno anche il senso di deambulazione iniziale. Infatti entrando da Occidente si va verso la colonna degli apprendisti, che è al buio, per dirigersi verso il M:.V:. a Est, verso la Luce, per poi passare davanti al Secondo Sorvegliante che sta a Sud e ritornare a Occidente dove il Sole tramonta.
Spostando la posizione del Secondo Sorvegliante si avrà un Tempio asincrono e disarmonico dove sia la parte Nord che quella Sud saranno al buio.

Dal disegno (Fig. 1), tratto dai famosi quaderni del Fr:. Ivan Mosca, si evince in maniera chiara il perché della posizione del Secondo Sorvegliante. Sempre da questo disegno si nota che le tre luci formano un Triangolo. Triangolo che rappresenta lo schema dei Tre Gradi:
- Apprendista: Fisico
- Compagno: Animico
- Maestro: Spirituale

Dopo aver fatto queste riflessioni, ne sono certo, quando entrerete in un Tempio diversamente disposto sentirete un senso di fastidio. Ciò non significa che non si possa lavorare anche con disposizioni differenti, ma bisogna essere consapevoli che le frequenze del Rituale non saliranno mai più di tanto, impedendo ai Fr:. e le Sr:. presenti di avvicinarsi a quei piani sottili cui siamo destinati.

Fabio Pedrazzi