sabato 25 aprile 2020

LA FILOSOFIA DELL'ALCHIMISTA - Libro

Ecco il mio ultimo lavoro: La filosofia dell'alchimista.

Prefazione di Llorenç Lluell

“Ogni volta che arrivo a una conclusione”, scrisse Sigmund Freud, “un poeta ci sarebbe arrivato prima di me”. E Fabio Pedrazzi, soprattutto, è un poeta della prosa. E La filosofia dell’alchimista è un’opera che potrebbe essere letta ad alta voce per respirare e rilassarsi.
È una poesia in prosa che colma i pensieri simbolici. È molto difficile separare l’ermetismo filosofico (mistico) dall’ermetismo tecnico (occulto). Tuttavia, lo ottiene con sottile magia, dall’Atanor, essenziale per la costruzione alchemica.
Dal visibile all’invisibile, con le invocazioni numeriche alla Pietra Filosofale.
Il maestro Pedrazzi dà un contenuto personale al Tempio Invisibile, addentrandosi nella filosofia ermetica.
Assume il dovere dell’alchimista e realizza la sua volontà della ricompensa invisibile. È un racconto che deve essere riletto su diversi piani.

Quarta di copertina
La spasmodica ricerca della Conoscenza da parte di Hermes l’alchimista. Sul suo cammino incontra strani personaggi e tutto gli appare confuso e complicato.
Ma persevera nel suo intento sino ad arrivare a molteplici trasmutazioni. Una misteriosa donna vestita di bianco lo accompagna fino alla fine, quando scoprirà che…


Buona lettura.

A breve anche in spagnolo e inglese.


mercoledì 22 aprile 2020

PERINDE AC CADAVER

Oggi vi presento un libro.
https://www.placebookpublishing.it/perinde-ac-cadaver-llorenc-lluell/

Si licet parva [mea] componere magnis

“La cultura è la penna di Dio, e la poesia ne è spesso l’inchiostro di grazia”.
La “poesia” - quando è degna di questo nome - è autentica “creazione”, che si libra tra la terra e il cielo.

Auguro a tutti di leggere queste pagine, ricavandone il medesimo profitto spirituale di cui io stesso ho goduto.

+ Enrico dal Covolo
Vescovo tit. di Eraclea
Assessore nel Pontificio Comitato di Scienze Storiche
Presidente della Commissione Scientifica dell’Accademia Bonifaciana di Anagni

 



Prefazione

Ringrazio di cuore il caro e fraterno amico LLORENÇ LLUELL, per avermi dato l’opportunità di condividere, con il Suo lavoro, Perinde ac Cadaver, le emozioni e i sentimenti custoditi nel Suo cuore e resi visibili, come piccoli ma preziosi monili di cui, reciprocamente, ci facciamo dono, quale segno d’affetto e silenzioso messaggio per manifestare il piacere e il dovere di offrire quanto, faticosamente, abbiamo raggiunto e conquistato in questo viaggio alla ricerca del senso della vita celato nel profondo mistero del nascere, vivere e... morire.
Una parabola che inizia con la scintilla di luce all’inizio del cammino e continua guidandoci, tra ombre e luci, verso quel buio, caratterizzato dal dolore, dalla sofferenza e dalla morte fisica, senza però farci mai perdere di vista che oltre il tempo e lo spazio, in quell’alternarsi di sorrisi e pianti, troveremo quell’altro che individuiamo in quella LUCE DIVINA dove, in una catarsi d’amore, si fonde l’IO con il NOI.
L’immagine che esce da questo esoterico lavoro, che procede dalla visita interiore dell’io, la monade dell’autore, e prosegue verso l’anima del mondo, si presenta come un mosaico dove ogni tassello rappresenta un gradino di una scala sulla quale, passo dopo passo, il lettore è invitato a ripercorrere il proprio vissuto accettandone la storia per riscoprire il sacro valore della riconciliazione e il profano esercizio della complementarietà.

L’autore indica un percorso, una guida per i perplessi che, smarriti, alzano gli occhi oltre l’immanente e cercano risposte nel trascendente.
Una guida, verso dopo verso, sussurrata all’orecchio del lettore, che invita a quel silenzio in grado di aprire gli occhi, e gli altri sensi, e prepararci a osservare il mondo lasciando che il tempo modelli le coscienze e dia le risposte al mistero dell’essere... dell’esistere.
Auguro una buona lettura ed una proficua meditazione.

Prof.Dott. Lino Mungari PH.D.
Presidente del Senato Accademico
dell’Accademia Tiberina già  Pontificia - Roma



Nota dell’Editore

Perinde ac cadaver. L’obbedienza, il cieco seguire, il far sì che il corpo si lasci trasportare senza opporre resistenza, rimanendo immobile, come un cadavere, appunto: perinde ac cadaver.
Attraverso i poemi presenti nella silloge, l’autore, apparentemente, fa la stessa cosa: si lascia trasportare, dall’amore, dall’osservazione monastico-meditativa, da un ermetico parlare.
Si scopre, pian piano, interlocutore di sé stesso, lasciando al lettore piccole tracce luminose che gli serviranno per giungere a un Nord privo di stelle.
Sovverte il pensiero e lo pone su piani alti, bui, intensi.

Ma è un buio che guarda alla Luce, un lato oscuro dove poter attingere a piene mani la Forza necessaria per poter proseguire il cammino nel sé più puro e pulito. Tormentato, è vero, ma mentre il vaso del monaco gira sul “torniello”, si prepara al Lavoro, perché solo attraverso di esso e attraverso il passare nel forno trasformatore, può esistere il cambiamento.
La silloge si chiude con il poema che dà il titolo al volume, dove l’autore pone in essere un gioco di prestigio.

Dove, per dirla con paragone moderno, passa da una visione bidimensionale a una tridimensionale, dove l’ologramma umano prende e perde il corpo nello stesso istante, ponendo le basi al salto quantico che
porta “l’Essere” di fronte al Divino, dove lo stesso Divino si specchia in sé stesso.
Se dovessi trovare una chiave interpretativa nell’emisfero orientale del pensiero, utilizzerei una vecchia frase dello ZEN: Non ho nulla… ho tutto.

Fabio Pedrazzi
Editore
 

domenica 19 aprile 2020

Intervista in esclusiva a Llorenç Lluell - di Fabio Pedrazzi

In esclusiva per i lettori de: ilmassone.com, una interessantissima intervista a Lloronç Lluell, Sovrano Gran Commendatore del Supremo Consiglio di Andorra del grado 33°.
Per una questione di trasparenza e di corretta interpretazione, pubblichiamo sia la versione tradotta in italiano che l'originale in spagnolo.

Le domande sono rivolte dando del Tu,  in quanto l'intervista è stata concepita come una chiacchirata tra Amici e Fratelli.


Chi è Llorenç Lluell?
Nipote di massone, figlio di massone, e massone. Sovrano Gran Commendatore del Supremo Consiglio di Andorra del grado 33°, Vicepresidente dell'Istituto Massonico di Spagna, patrocinato dalla Gran Loggia di Spagna, ma quello che dico sempre, siamo ciò che ci viene riconosciuto.

Puoi dirci brevemente i tuoi pensieri sulla massoneria oggi, a livello internazionale?
Oggi, purtroppo, non è più una domanda a cui posso rispondere normalmente. Oggi il coronavirus ci ha cambiato la percezione del nostro microcosmo, e ci ha portato o ci porterà ad una diversa percezione della società. Anche per il pensiero massonico sarà forse la stessa cosa, ma con qualche sfumatura differente, e anche se quello che ci circonderà non sarà più lo stesso. Certo. Non sarà lo stesso. Dovremo ridistribuire i ruoli, e di conseguenza il nostro universo si rimodellerà. Forse sarà un’ossigenazione dell'Ordine. Anche se la nostra cultura massonica ci impegna a non accettare nulla come una fatalità, poiché il fato è sinonimo di arretramento e di abdicazione. Come dico sempre, "la massoneria si fa nelle logge", e si continuerà a fare, con molta più responsabilità per la crescita individuale dell'essere umano, e così, aiutare a costruire il nostro mondo, (mai necessario quanto ora).  Ma nelle Grandi Logge, nelle Obbedienze, si dovrà fare qualcos'altro, un altro tipo di partecipazione nel collettivo sociale.

E il tuo coinvolgimento?
Fin dal mio insediamento come Gran Maestro e Sovrano Gran Commendatore nel 1996, ho partecipato a quella cosiddetta massoneria internazionale. Il mio inizio fu per mano di Fred Kleinknecht Sovereign Grand Commander del Supreme Council 33º Southern Jurisdiction, USA (Washington) Mother Council of The World, il che mi diede una prospettiva piuttosto globale, per un massone aperto all'universale, ma con una sfumatura di mistero. Non credo essere d'aiuto che tutto venga rivelato, sino a che tutto ti sarà rivelato.

Puoi dirci qual è il progetto massonico del Grande Oriente di Andorra in Italia?
In massoneria l'importante è che si realizzi il suo fine e non il fine in sé stesso.
Il nostro progetto è la "transnazionalità" massonica, e in maggior o minor maniera lo realizzeremo.
La Gran Loggia Unita d'Inghilterra, nel 1939 si dotò degli "Aims and Relationships of the Craft", restringendo ulteriormente le relazioni, le libertà di contatto tra le Obbedienze, e ciò obbligò molte Obbedienze, la cattiva interpretazione della regolarità massonica, ci ha fatto allontanare dall'universalismo massonico. L'Italia è bandiera per molti versi di questo universalismo, stiamo solo cercando di dare un piccolo contributo. Intanto impariamo.



Secondo te, qual è, o quale dovrebbe essere, il compito della massoneria, oggi, in Italia?
Come in qualsiasi parte del mondo, se parliamo del lavoro nelle Grandi Logge. L'Italia, con tutta la falsa modestia da parte mia, ed è solo la mia opinione, deve unificare i criteri ed evitare il boom di quelle grandi associazioni massoniche raggruppate attorno a personaggi il cui unico obiettivo è la vanità, o con la loro pseudo-massoneria, promettono benefici sociali in cambio di protezioni economiche. Pseudo massoneria da dieci euro. Però insisto, forse parola vana perché la filosofia massonica è più forte. E ora anche questo cambierà, perché con questa pandemia, nulla potrà più essere lo stesso, e dovremo lavorare fianco a fianco.
E tornando alla domanda, per me l’Italia ha rappresentato un "tutto" nel mio cammino massonico. Le devo molto, tra cui l’incontro con Elvio Sciubba, quando era Sovrano Gran Commendatore del Supremo d'Italia, associato al Grande Oriente d'Italia. E non devo parlare dei grandi fratelli che sono in attività, che non sarò io a giudicare il loro lavoro, lo faranno solo i loro fratelli. Menzionerò solo alcuni fratelli che non sono più tra noi, che ho conosciuto un poco, e ho rispettato in misura maggiore o minore, ma sono stati grandi Maestri per me in Italia: Armando Corona, Fausto Bruni, e perché non Licio Gelli?

Quanto influisce il fattore esoterico sulle opere massoniche?
Il Sovereign Grand Commander del Supreme Council 33º H. Albert Pike, ha osservato che la Massoneria è più ricca di segreti che le piramidi.
L'esoterismo massonico è un processo di introspezione interiore, di ricerca e di vissuto spirituale, per il cammino che dobbiamo percorrere attraverso le due grandi capacità di cui Dio ci ha privilegiato: la ragione e la fede. Ma con ciò affermo e ribadisco che la massoneria non è una religione.


So che conoscevi il Fr:. Licio Gelli, com'era lui come massone?
Sì, ho avuto il piacere di conoscerlo. Prova di ciò, è che appare la mia corrispondenza in lui Museo-Achivo di Pistoia (donazione di Stato). E anche perché abbiamo fatto un piccolo progetto insieme.
Oggi voglio dire che mi vergogno di coloro che si autodefiniscono suoi eredi massonici. Incluso qualcuno che ha creato un sito web con il suo nome.
Eredi di cosa? Sono personaggi che vogliono approfittare dei "chiari e scuri di Gelli" a proprio vantaggio. Evidentemente, senza apportare nulla. Era un uomo che potrà essere giudicato solo dalla storia.

So che hai scritto un libro sulla massoneria. Può dirci qualcosa?
Sì, "Llorenç Lluell, un progetto di massoneria transnazionale". In spagnolo, e ora sarà tradotto in italiano. È un viaggio personale, con le mie esperienze nella massoneria. Come diceva un caro critico, "un viaggio esotermico di Lluell", questo sì, con le foto.


Perché con le foto?
"Un'immagine vale più di mille parole", ha ha. Forse, perdona la battuta, ma per me sono un contributo storico e di veridicità al racconto.
Ne ha bisogno?
Credo di sì, per riaffermare e onorare coloro che ho conosciuto o conosco. Anche se per vanità verso i miei diffamatori ha ha, che ci sono, e altrimenti lo vedrai dopo aver pubblicato questa intervista, ha ha. Anche se, come puoi vedere, rispetto molto i morti, ma non ho paura dei vivi.
Spero che quest'anno 2020, l'"anno in cui viviamo pericolosamente", e che non dimenticheremo mai, per quelli che abbiamo lasciato indietro, e perché il loro sacrificio, così ripetitivo, sacrificio, che non sia caduto nel nulla. E sia l’inizio, dove la saggezza sconfigge l'ignoranza, e la filosofia serena e tollerante fronteggi il dogmatismo.

Per lumina ad lumina, per la luce verso la luce.


¿Quién es Llorenç Lluell?

Un nieto de masón, hijo de masón, y un masón. Soberano Gran Comendador del Supremo Consejo de Andorra del Grado 33, y Vicepresidente del Instituto Masónico de España, patrocinado por la Gran Logia de España, pero lo que siempre digo, somos lo que se nos reconoce.



¿Puede decirnos brevemente sus pensamientos sobre la masonería hoy, a nivel internacional?

Hoy, tristemente, ya no es una pregunta que pueda contestar de manera normal. Hoy el coronavirus nos ha cambiado la percepción de nuestro microcosmos, y nos ha llevado o nos llevará a una percepción del movimiento social, diferente. Y el pensamiento masónico será quizá el mismo, pero con algún matiz, y aunque lo que nos rodee ya no será igual. Seguro. No será lo mismo. Tendremos que reedistribuir los rolex, y en consecuencia, nuestro universo se remodelará. Quizá será una oxigenación de la Orden. Aunque nuestra cultura masónica nos compromete a no aceptar nada como una fatalidad, ya que el fatum es sinónimo de retroceso y de abdicación.

Como digo siempre, “masonería se hace en las logias”, y se seguirá haciendo, y con mucha mas responsabilidad por el crecimiento individual del ser humano, y así, ayudar a construir nuestro mundo, (muy necesario ahora mismo).  Pero en las Grandes Logias, en las Obediencias, se deberá hacer otra cosa, otra participación en el colectivo social. 

¿Y su participación?
He participado, desde mi instalación como Gran Maestro y Soberano Gran Comendador en el 1996, en esa llamada masonería internacional. Mi principio fue de la mano de Fred Kleinknecht Sovereign Grand Commander del Supreme Council 33º Southern Jurisdiction, USA (Washington) Mother Council of The World, lo que me dió una prespectiva bastante global, para un masón abierto a lo universal, pero con un matiz de misterio. No creo en que ayude el que todo sea revelado, sino que todo te será revelado.

¿Puede decirnos cuál es el proyecto masónico del Gran Oriente de Andorra en Italia?
En la masonería lo importante es si cumple su fin, y no su fin en sí.
Nuestro proyecto es la “transnacionalidad” masónica, y en mayor o menor manera lo realizamos.
La Gran Logia Unida de Inglaterra, en 1939 se dotó de los “Aims and Relationships of the Craft”, restringiendo más las relaciones, las libertades de contacto entre las Obediencias, y eso obligó a que muchas Obediencias, con una mala interpretación de la regularidad masónica hiciera que nos apartaramos del universalismo masónico. Italia es bandera en muchos sentidos de ese universalismo, nosotros solo tratamos de aportar un poco. También aprendemos.

¿Cuál es, o cuál debería ser, la tarea de la masonería, hoy, en Italia?
La misma que en cualquier parte del mundo, si hablamos del trabajo en las las Grandes Logias. Italia, con toda falsa modestia por mi parte y opinión, debe unificar criterios y evitar el auge de esas grandes asociaciones masónicas agrupadas alrededor de personajes cuyo único objetivo es la vanidad, o con su seudo masoneria, prometen beneficios sociales a cambio de prevendas económicas. Seudo masonería de diez euros.  Pero insisto, quizá palabra vana  porque la filosofía masonica es más fuerte. Y ahora eso también cambiará, ya que con esta pandemia,  nada puede ser lo mismo, y tendremos que trabajar hombro con hombro.
Y volviendo a la pregunta, para mi Italia ha representado un “todo” en mi camino masónico. Le debo mucho, y de ello quiero destacar a Elvio Sciubba, que fué Soberano Gran Comendador del Supremo de Italia, asociado al Gran Oriente de Italia. Y no debo hablar de los grandes hermanos que están en activo, y que no soy quien para opinar de su labor, lo serán solo sus hermanos. Sólo mencionaré algunos hermanos que no están entre nosotros, que conocí entre unos pocos, y respeté en mayor o menor medida, pero fueron grandes maestros para mi en Italia: Armando Corona, Fausto Bruni, y ¿por qué no Licio Gelli?  

¿Cuánto afecta el factor esotérico a las obras masónicas?
El Sovereign Grand Commander del Supreme Council 33º H.·. Albert Pike, señaló que la Masonería es más rica en secretos que las pirámides.
El esoterismo masónico es un proceso de introspección interior, de busqueda y vivencia espiritual, por el sendero que debemos recorrer de las manos de las dos grandes capacidades con que Dios nos privilegió: la razón y la fe. Pero con ello, afirmo y reafirma que la Masonería no es una religión.

Sé que conocías a FR: Licio Gelli, ¿cómo era él como masón?
Si, tuve el placer de conocerlo. Prueba de ello, es que aparece mi correspondencia  en él Museo-Achivo de Pistoia (donación de Estado). Y también, porque realizamos un pequeño proyecto juntos.
Hoy quiero decir, que siento vergüenza por aquellos que se autotitulan herederos masónicos suyos. Incluso alguno a creado una wep con su nombre.
¿Herederos de qué? Son personages que quieren aprovechar los “claros y oscuros de Geli” para beneficio proprio. Evidentemente, sin aportar nada. El fué un hombre al que sólo debe jusgar la historia.

Sé que escribiste un libro sobre la masonería. ¿Nos puede decir al respecto?
Si, “Llorenç Lluell, un proyecto de masonería transnacional”. En español, y ahora se está traduciendo al italiano. Es un viaje personal, con mis vivencias personales en la masonería. Como decía un querido crítico, “un viaje exotérico de Lluell”, eso sí, con fotos.

¿Por qué con fotos?
“Una imagen vale más que mil palabras”, jaja. Quizá, nunca mejor dicho, pero para mi son una aportación histórica, y de veracidad al relato.

¿Lo necesita?
Creo que sí, para reafirmación y homenaje a los que conocí o conozco. Aunque también por vanidad hacia mis detractores jaja, que los hay, y sino lo verás después de publicar esta entrevista, jaja.
Aunque como verás, respeto mucho a los muertos, pero no temo a los vivos.
Espero que este año 2020, el “año que vivimos peligrosamente”, y que nunca olvidaderemos, por los que hemos dejado atrás, y porque su sacrificio, si reiteradamente, sacrificio, no haya caido en la nada. Y  sea el principio, en que la sabiduría venza a la ignorancia, y de la filosofía serena y tolerante frente al dogmatismo.
Per lumina ad lumina, por la luz hacia la luz.


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