sabato 30 giugno 2018

Nage No Kata: il kata dell'Apprendista

Oggi vi porto su un terreno che per molti di Voi sarà sconosciuto: le corrispondenze tra BushiDo e Massoneria. Entrambe le Vie sono (o dovrebbero essere) Vie iniziatiche. In maniera più marcata la Massoneria, in modo più Zen (meno alla portata di tutti i praticanti) il BushiDo.
Ho preso come paragone il primo kata che si insegna nel JuDo: il Nage No Kata, o kata delle poiezioni.
In questo kata (kata: forma - sono tecniche prestabilite con ruoli prestabiliti) si esalta la potenza e la precisione delle tecniche per "far cadere" l'avversario, mi perdoneranno coloro i quali sono addentro alla tematica ma molti lettori nemmeno sanno di cosa sto parlando.

 
Per farvi meglio comprendere vi allego questo video... osservate come i due Maestri si muovono, come controllano ogni gesto, passo e respiro. Nulla è lasciato al caso, tutto ha un significato. Chi proietta è una sola cosa con chi cade: non c'è un vincitore e non c'è un vinto... non esiste, se non in apparenza, un conflitto: yin e yang sono bilanciati, l'uno non esiste senza l'altro. Il pavimento a scacchi li rappresenta perfettamente, l'ingresso nell'area sacra è rituale, i movimenti sono sempre gli stessi e non esiste altro modo di rappresentarli se non "quello giusto".

L'ho definito il "kata dell'Apprendista" perché in questo kata si cominciano a sgrossare i movimenti e a contenere le pulsioni che ancora spingono (ecco le proiezioni), ancora la conflittualità è tutta da dominare, ancora si pensa al grembiulino o alla cintura. In questo primo kata si lavora per capire che il conflitto è solo interiore e che senza l'altro rimane conflitto e non evolverà mai in consapevolezza.
Il BushiDo è la Via del Guerriero, una Via sacra e sacralizzante, è immersa e inseparabile dallo Zen che, come la Massoneria, nel momento in cui cerchi di spiegarlo già lo hai perso.
Lo Zen, come la Massoneria, sè solo ed esclusivamente "esperienza", ecco perché diventanto solamente speculativa la Massoneria ha perso gran parte della sua Forza. Riportiamola, almeno in parte, ad operativa e riacquisterà Forza e Vigore. 
Lo Zen lo devi vivere in ogni attimo della Tua vita, così vive il Massone nel mondo profano... è il mondo che è profano non Lui. Così chi è nello Zen vive ogni sua azione, con lo stesso spiritoc on cui medita... in questo modo il Massone deve portare i principi dell'Istutuzione nel mondo che giornalmente lo circonda.

Essere Massone non significta sapere a memoria frasi circostanziate o risposte dogmatiche, essere nello Zen significa vivere senza rete nel "qui e ora".
Lo Zen è la parte alchemica delle Arti Marziali, la Massoneria è la parte Zen dell'Alchimia: tutte queste definizioni non sono altro che definizioni.
Si comincia da cintura bianca come il grembiulino dell'Apprendita e si finisce a cintura bianca come la fascia del 33° grado. Corrispondenze lontane geograficamente ma che vibrano allo stesso modo.
Taisen Deshimaru diceva: il segreto della spada? Non sfoderarla!

Il segreto dell'alchimia: non cercare di spiegarla. Vivila.

Fabio Pedrazzi
Gouverneur du district Latium
pour la Grande Loge Maconnique Francaise de Tradition


lunedì 11 giugno 2018

IL SOLSTIZIO DI GIANO

Uno spunto di riflessione in occasione del Solstizio: due San Giovanni e un Dio bifronte, Giano.
Il Dio romano, dal quale deriva il nome del colle a lui dedicato: il Gianicolo, è la "fonte leggendaria" alla quale si sono abbeverati i cristiani al riguardo dei 2 San Giovanni.
Troviamo una prima similitudine nel nome stesso: IANUS - IOANNES. Suoni simili, e sappiamo bene quanto conti la vibrazione di una parola mentre la si pronuncia.
Oltre tutto Giano o IANUS è visto anche come colui il quale ha le chiavi delle porte celesti, ovvero delle IANUA COELI. Porte astrali che si aprono in due momenti dell'anno: il 24 giugno e il 27 dicembre, guarda caso sono i giorni in cui la cristianità venera i 2 San Giovanni: il 24giugno  Giovanni il Battista e il 27 dicembre Giovanni l'Evangelista.

Nel corso dei secoli i Templi intitolati a Giano furono distrutti e sostituiti con edifici sacri dedicati ai due Santi cristiani.
Da considerare anche che Giano era il Dio dell'iniziazione così come Giovanni il Battista.

Ma questi sono dati storico-allegorici. La figura di Giano, a mio avviso, va ben oltre la leggenda. E' un simbolo che apre e chiude l'anno massonico, uno sguardo al futuro senza perdere di vista il passato e viceversa.
Una sorta di "trade-union" che di anno in anno ci accompagna dall'Oscurità alla Luce e dalla Luce all'Oscurità.
Ci accompagna e ci indica la dualità della Via, in questo caso una dualità "temporale", portandoci a riflettere e meditare sulla possibilità di spostare il nostro "essere" nei piani sottili.
E' anche attraverso il Solstizio che ci viene data la possibilità di intraprendere questo viaggio spazio-temporale, ed è grazie a IANUS, custode delle "porte" che noi possiamo viaggiare da Nord a Sud immettendoci nello spazio sacro: il TEMPLUM, nel quale troviamo l'energia aurea.

Fabio Pedrazzi


mercoledì 6 giugno 2018

LE PAROLE CHE NON TI HO DETTO

Tema alquanto delicato: il silenzio.
Lo troviamo subito, all'ingresso nell'Istituzione. Lo troviamo nel gabinetto di riflessione e nel primo grado: quello di Apprendista.
Ma cos'è il Silenzio per il Massone?
E' una condizione nella quale può crescere, lavorare, sviluppare una sensorialità che le parole non permettono di approfondire.
Il "silenzio massonico" va esercitato tutta la Vita, non finisce con il compagnonaggio, anzi!

Ma silenzio non significa necessariamente non parlare, non scrivere o non comunicare.
E' di un silenzio interiore che si parla, è una condizione alchemica che trasmuta la nera parola in bianco suono, poi si fa verde bottiglia ed infine polvere rossa. A questo punto il drago è morto e la pietra filosofale è quasi pronta per poter essere utilizzata. Quasi... perché sarà solo immergendola nel silenzio del Tempio che donerà tutta la sua potenza.

Attraverso uno stato di silenziosa pacatezza, il Massone, assorbe le vibrazioni che lo circondano, le metabolizza, le purifica e le rilascia energizzate attraverso tutto l'universo delle energie sottili. Questo è il lavoro silenzioso del Massone. Ne troviamo traccia in alcuni rituali dei gradi superiori del RSAA (dal 4° in su). E' proprio approfondendo il lavoro silenzioso dell'apprendista che il M:. prosegue nel suo cammino tra le Colonne.

Nei Templi indiani, quelli dove all'esterno troviamo una moltitudine di bassorielievi evocanti "battaglie erotiche", man mano che ci addentriamo le figure svaniscono sino a sparire del tutto una volta arrivati al centro del Tempio. Lì tutto è silenzio... le pulsioni sono fuori, ora tutto tace e solo il ritmo del nostro Cuore ci fa capire che siamo vivi e pulsanti.
Ecco, questo è il Silenzio del Massone: il centro del Tempio.
Ora non resta che capire dove e cos'è il Tempio.

Fabio Pedrazzi