Quando
ho letto quest’opera di Lucia mi sono reso conto di chi è: un’anima antica che
si sta riprendendo la propria consapevolezza. Un raro caso di auto-iniziata.
Nelle
sue visioni ripercorre rituali ormai perduti, racconta di Tornate alle quali in
questa vita non ha mai partecipato essendo una profana.
In
questi Incontri c’è tutta la Forza della Tradizione iniziatica non ancora
rivelata.
Questo
libro è una sorta di lasciapassare verso il Mondo di Mezzo, quella zona di
spazio-tempo che solo alcuni dei Maestri riescono ad esplorare con
consapevolezza.
Lucia
La Macchia lo fa in maniera spontanea, quasi scusandosi di entrare in un piano
sottile senza averne le dovute conoscenze.
Ma
non è proprio così, nel suo caso le conoscenze ci sono… è che ancora non lo sa.
Ancora
sta cercando la porta quantica per riuscire a navigare nel campo astrale
conoscendo la rotta per tornare a casa, tra le Colonne protettrici.
Quelle
stesse Colonne che sorreggono il suo “sentire”.
La
morte che affronta nello scrivere non è la morte biologica, bensì una sorta di
attaccamento alle vite passate che Lucia si porta dentro.
Quest’opera
non è per tutti, solo anime pure riusciranno a comprendere la delicatezza
energetica che sprigiona. Solo chi è stato iniziato, e ne ha la consapevolezza,
riuscirà ad attingere a questa inconsapevole “Desiderata”.
Inconsapevole
come lo è un fiore che non sa di essere un fiore: è e basta, emana profumo
perché fa parte della sua natura farlo. Questo è INCONTRI: un profumo emanato
dall’anima di un essere che arriva da piani diversi da quelli che siamo
abituati a frequentare.
Fabio Pedrazzi
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