giovedì 3 maggio 2018

SACRO e PROFANO

Seguendo i social da parecchio tempo ho imparato a filtrare le notizie, verificare i post e soprattutto a dare fondo a tutta la Tolleranza possibile.
Purtroppo sempre più spesso leggo frasi del tipo: tu non sai quanto sono massone io... io sono un massone vero e tutti gli altri non sono un c@@@o!
Per quanto mi riguarda non faccio mai caso alle Obbedienze o ai gradi sbandierati: generalmente se incontro un F:. lo "sento", lo sento perché vibriamo allo stesso modo.

Non possiamo fermarci ai diplomi appesi o ai grembiulini, se non siamo in grado di riconoscere un F:. come possiamo "vedere" la pietra grezza che sta in un profano?
Ecco che la sacralità dei Rituali ci viene in soccorso. Dobbiamo sforzarci di eseguirli nel miglior modo possibile e, possibilmente (ironico), di capire ciò che stiamo facendo.

Una cosa che mi ha lasciato abbastanza perplesso durante la mia appartenenza al GOI, è stato il depotenziamento del rituale azzurro.
Frasi cambiate, circumdeambulazione invertita, regolo del M:.d:.C:. abbassato e altre cosette non di poco conto. Mi fermo qui per non venire meno al giuramento che comunque sempre mi appartiene.
Però delle domande me le posso fare... perché desacralizzare un rituale in questo modo?
Perché ridurlo ad una mera rappresentazione per di più con "attrezzi" spuntati?

Solo alzando il livello del Sacro non permetteremo al Profano di entrare in Loggia. Solo fondendo alchemicamente i nostri metalli libereremo le Colonne dalle catene. Cerchiamo dentro di Noi l'origine dei Rituali Antichi, è sicuramente lì dove l'abbiamo sepolta con la morte di Hiram.
Cerchiamo l'Acacia e troveremo anche la Grotta.
Ogni Grado vuole il suo incenso (possibilmente non quello dei "cinesi"), ogni grado ha la sua nota e ogni senso deve essere attivato.

Un'ultima cosa: un Massone è Massone ovunque e per sempre, non solo tra le Colonne, soprattutto deve capire cosa ci sta a fare tra esse.

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